mercoledì 9 maggio 2012

Un porcellum lungo così

Appena qualche mese fa in Spagna, dalle 8 di mattina alle 20 e stop, ovvero dopo un comodo desayuno e prima di una cervecita fria con una tapita di contorno, ha votato il 60% degli aventi diritto. Tante persone, milioni di persone, di domenica, in pieno giorno di fiesta e con la siesta di mezzo. Alle 22, 22 e 15 massimo, Mariano Rajoiy saltellava già giulivo sul balcone della Calle Genova, sede storica del PP, celebrando una vittoria ormai scontata, in attesa di appena una manciata di seggi. Alle 23 erano già tutti a commentare i dati definitivi. Va bene, si tratta di elezioni nazionali... allora dico che ero presente, qualche mese ancora prima dell'ecatombe del Psoe, quando si è votato per molte autonomie e parecchi comuni chiave, tra cui Siviglia. Anche qui le canoniche 12 ore di voto, stavolta con il solleone fuori, in cui circa il 65% è accorso alle urne a sancire un altro plebiscito per il PP. Alle 22, 22,15 massimo Zoido, neo "alcalde" di Sevilla, saltellava altrettanto giulivo sul balcone della Calle S. Fernando, sede storica del PP Sevilla. In Francia, siccome sono più mattinieri, si è votato dalle 7 alle 20 ed alle 22, 22,15 Hollande aveva già lasciato il palco a Yannick Noah: gioco, partita, incontro... Dunque mi chiedo come mai qui da noi a 48 ore dal gong, ci sia ancora il rischio che Leoluca Orlando perda il 15% (!!!) dei voti, che alcuni seggi abbiano chiuso lo scrutinio solo alle 8 del martedì, che le elezioni non siano ormai solo materia da editorialisti. Come mai al semplice uso dei cartoncini colorati si preferiscano matite indelebili. Come mai occorrano due giorni e due maratone per votare democraticamente. Come mai questo sistema elettorale, un porcellum riconosciuto dal principio alla fine, sia ancora fatalmente e comicamente in piedi.

Nessun commento:

Posta un commento