giovedì 8 marzo 2012

Diritti a punti di un Paese anormale

La Fornero, che una ne pensa e cento ne fa, ha detto "no a nuovi flussi, ma più tempo per disoccupati". Perché, sostiene, non si possono penalizzare gli stranieri che percepiscono l'assegno di disoccupazione. Indi, trattasi di "un provvedimento naturale, in quanto si tratta di lavoratori che hanno, ai sensi della legge 223 del 91, diritto all’assegno di disoccupazione, diritto che non viene meno in caso di rimpatrio. Sembrerebbe una mera crudeltà rimpatriare una persona che beneficia di un assegno di disoccupazione, al quale avrebbe diritto anche se fosse rimandato nel suo Paese". In sostanza, come inserito nella bozza di riforma dei permessi di soggiorno, si valuterà di prorogare ad almeno un anno, rispetto ai sei mesi attuali, il soggiorno in Italia degli stranieri disoccupati. Si valuterà ciò che, in un Paese civile (e per certi versi normale), sarebbe inconfutabile e fuori da ogni discussione: permettere a chi si è guadagnato un aiuto pagando puntualmente le tasse di usufruirne in caso di estrema necessità... A proposito, dal 10 marzo scatterà il permesso a punti. I punti, qualcuno glielo spieghi a questa politica pachidermica, si scalano dalla cartella del supermercato per vincere una pentola a pressione o dalle patenti degli ubriachi al volante, non dal futuro di un lavoratore onesto.

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