venerdì 17 febbraio 2012

E' nato prima l'uovo o la gallina?

In Italia ci sono 80mila occupati giovani in meno, in Spagna va in scena il ratto dei talenti "under" da parte di Regno Unito e Germania, che però a loro volta stanno soffrendo sintomi da soffocamento (Berlino continua ad essere una delle città con più disoccupazione d'Europa) e cominciano a "selezionare" i lavoratori da immettere nei mercati occupazionali nazionali. In Grecia è tempo di tragedia e stavolta non è una battuta becera. Intanto si emigra verso il Sud America e si pensa a un neo-protezionismo alla giapponese per suturare l'emorragia. L'UE affonda. Lo sostengo da tempo: non si può chiedere all'Europa di fare l'Europa se prima non si crea una base europea su cui costruirla. E il lavoro è parte essenziale di essa. O la soluzione è, davvero, solo una Banca Centrale che emetta e compri debiti? Ha senso un'Unione Europea in cui ci sono almeno 200 o 300 contratti lavorativi collettivi differenti? Perché la Ces, invece di indire mobilitazioni unitarie, non avanza proposte unitarie? Ne abbozzo qualcuna, giusto così, per sommi capi:
  • unico modello per gli stage e per l'apprendistato professionale, pensato e realizzato di concerto con le università e le scuole di specializzazione accreditate presso gli enti competenti.
  • due/tre modelli retributivi e contributivi per i giovani lavoratori che siano proporzionali al reddito pro-capite di ogni paese partendo da una base europea.
  • europeizzazione ed "esportabilità" "premiata" degli ammortizzatori sociali e delle misure di sostegno al reddito.
  • accordo condiviso sull'età massima di appartenenza alla categoria "giovani".
Invece di aspettare che l'Europa cali la manna dal cielo sotto forma di Eurobond, si cominci a colare il cemento per qualche fondamenta, ben salda al suolo, dell'Europa del futuro. Gli Eurobond arriveranno. O, mentre si litiga su chi sia nato prima fra l'uovo e la gallina, rischiamo di ritrovarci con un pollaio senza più pulcini.

Nessun commento:

Posta un commento