Il blog di Michele Fiorentino... diffidate dalle imitazioni (anche perché non ce ne sono)
domenica 12 febbraio 2012
Vogliono solo lavorare
I Colombo del 2000, in partenza verso l'America, terra di novella libertà, intesa come indipendenza economica e familiare. La testata spagnola 20 Minutos ha rivelato le storie di tanti giovani iberici emigrati in... Cile pur di trovare un lavoro. Non di guadagnare di più o di imporsi nel settore preferito e in condizioni idilliache: semplicemente di lavorare, in un Paese che vanta un 6,6% di disoccupazione (contro il 23 e passa spagnolo) e una percentuale di crescita del 6%. Come spiega, senza lasciare adito a dubbi, la neolaureata Marga: "Vivi a 13000 km da casa, gli stipendi non sono granché e hai solo 15 giorni di ferie all'anno". Ma si lavora (retribuiti) e tanto basta, anche se ciò significa dire addio agli affetti di una vita. Intanto qui (in Europa e nei Pigs in particolare) si continua a discutere bruscamente tra governi e sindacati di articoli 18, di come proteggere i lavoratori (o se stessi?), piuttosto di come creare le condizioni per l'inserimento di forze lavorative fresche (e meno fresche) nel mercato occupazionale. Il che significa riforme profonde: reti di incentivi alle assunzioni attraverso vantaggi fiscali (e di credito) alle piccole e medie imprese, maggiore mobilità del lavoro compensata da ammortizzatori più moderni che coinvolgano a tutto tondo l'imprenditoria (freni naturali all'espulsione), rivalutazione (e professionalizzazione) del "mestiere" a partire dall'universo formativo pre-universitario, che smonti le vetuste e malsane idee sessantottine sulle pari opportunità (sul traguardo, anziché allo start) ad ogni costo, regole certe e limiti inequivocabili per apprendistati, stage e affini. E tanti eccetera. O il traffico sull'oceano diventerà presto un ingorgo.
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