Il blog di Michele Fiorentino... diffidate dalle imitazioni (anche perché non ce ne sono)
domenica 8 aprile 2012
E vai con lo swing!
Fino ad allora mia moglie e il sottoscritto avevamo dipinto un quadro della Puglia quasi perfetto per l'amico sivigliano Manolo. Una settimana fra una Otranto soleggiata, una Lecce dall'ambiente straordinario, una Conversano degna dei nobili fasti, una elegante Martina, un'imponente Trani e qualche bomboniera come Alberobello, Locorotondo e Giovinazzo. Mancava Bari, dulcis in fundo. Un rischio, certo, per chi è barese come me. E la pioggia a "zifone" (per dirla proprio alla barese), dopo una settimana di clemenza atmosferica, non rappresentava un buon presagio. La cattedrale chiusa (in settimana santa...) neanche. San Nicola, da buon protettore dei forestieri, era stato l'unico all'altezza. Abbiam provato a salvare il salvabile prenotando in una nota trattoria del borgo antico, Barivecchia per chi mastica la zona. L'arrivo a tavola, passando da strada Santa Lucia e attraversando "arche vasce", tra le signore intente a spizzicare orecchiette fresche, addolciva un po' la pillola. Poi, già con le posate in resta, discutendo più per educazione che per altro del fascino decadente dell'antica città levantina, ecco due tizi irrompere nel bel mezzo di un tradizionale pranzo barese, jazzando con incredibile disinvoltura tra orecchiette col sugo di brasciola di cavallo, fave e cequère, sgagliozze e pataterisoecozze, scritto tutto assieme, come Dio comanda. Vito e Michele (ci fosse stato Nicola sarebbe scattata la standing ovation), mica Anthony e Karl, hanno scattato, chitarra e tamburello in mano, una foto indelebile di quel che Bari dovrebbe essere, sempre. Un'istantanea della profonda bellezza della semplicità che, statene certi, non farà felice solo Manolo, ma anche Ryanair e qualche compagnia di crociere (grazie ai puntualissimi e coloratissimi racconti di Manolo in terra andalusa). Perché non bastano un porto ciclopico, un aeroporto di terza generazione e pubblicità a tappeto per rilanciare una città. A volte serve solo uno swing coinvolgente. In tutti i sensi. E allora, vai con lo swing!
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