domenica 5 febbraio 2012

Tutto il mondo è paìs

Il PSOE (Partito Socialista Obrero Español) chiude il Congresso di Siviglia e riparte da Alfredo Perez Rubalcaba per il dopo Zapatero. Si affida a un giovanotto di 60 anni, pezzo da 90 del partito dagli anni 80, preferito all'appendice dello zapaterismo, Carme Chacòn. L'ex ministro dell'Interno e stoico candidato alle ultime tragiche elezioni, leader della vecchia guardia richiamata al fronte per evitare che la debacle degli esecutivi-Zp arrivasse prima della morte naturale, ha nominato il nuovo direttivo esecutivo del partito. Dimenticate i repulisti. Presidente diventa il governatore della Regione Andalusia Griñan, come Rubalcaba sacrificato due anni fa sulla sedia che scotta al posto di Chavez (ex presidente regionale chiamato a Madrid da Zp al riscatto del governo ballerino) e creditore di un posto ben remunerato in vista della batosta prevista alle regionali di marzo (sarà la prima sconfitta in 30 anni di democrazia), nonostante l'aperto appoggio alla Chacòn. Segretario organizzativo sarà Oscar Lòpez, uomo di fiducia del zapaterissimo Pepe Blanco, indagato per tangenti. Un posticino c'è anche per l'amichissima (fino a ieri) di Zapatero, Trinidad Jimenez ed altri 7 del precedente "equipo". Poi, ovviamente, i pretoriani come Patxi Lòpez, per il quale si è inventata la 14esima poltrona, di segretario alle relazioni politiche del partito (?). Valzer condito da una dichiarazione programmatica di Don Alfredo che vuole recuperare lo spirito "obrero" del partito, che minaccia il Vaticano di tagliare i ponti, che giura che "se qualcuno ha barattato un voto dei delegati per una poltrona", non l'ha fatto a nome suo, che riproverà a sfilare lo scettro al PP, il quale tanto per non perdere terreno, ha appena promosso la moglie di Aznar a sindaco di Madrid...
Finisce così l'illusione ottica del socialismo zapaterista, della Spagna modernista spartiacque tra passato e futuro, forse la più grossa fregatura politica del secolo. E si ricomincia dal solito giro di poltrone. Un duro colpo per gli autolesionisti italiani, per i quali sarà amaro scoprire che tutto il mondo è paìs.

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