Fini dice che l'esperienza Monti deve continuare. Casini non vede un futuro senza Monti. Monti, ultima àncora di salvataggio di una politica che vede il traguardo avvicinarsi a grandi passi e cerca nei cavilli di un governo tecnico e nelle paure di un popolo a pezzi l'appiglio per continuare stancamente sulla scena. Capipopolo senza idee, incapaci di redigere uno straccio di programma, di disegnare una linea retta da seguire con il righello della logica. La verità, quella pesante come una chianca delle vetuste strade del Sud, l'ha snocciolata proprio Monti, che senza versare una goccia di sudore, si è autoproclamato Augusto: "Il governo tecnico ha una scadenza: impossibile che non ci sia un leader pronto a succedergli...". Neanche uno schiavetto a sussurrargli il memento mori, a ricordagli, semisnasconto sulla biga, che "devi morire" (politicamente, oh!). E non è neanche una questione prettamente anagrafica: a questo punto mi chiedo, perplesso, chi ha paura della democrazia, se pure il rottamatore Renzi ammette di essere disposto a placare le ire funeste e a fare un passo indietro dinanzi a un Monti bis... Com'é difficile accettare la fine di un'era che, piaccia o no, lascerà qualche cadavere illustre sul campo.
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